Itinerari turistici Combai

Muoversi a Combai e limitrofi

Proponiamo qui di seguito una selezione degli itinerari turistici e delle passeggiate, da effettuarsi sia a piedi che in mountain bike, nelle zone circostanti l’abitato di Combai. Legata all’attività dell’Agriturismo “Giardino Sospeso” vi è una piccola azienda agricola a gestione familiare. Di essa potrete trovare una descrizione nella sezione sottostante.
N.b.: Gli itinerari turistici, le foto e i box di approfondimento culturale sono tratti dai libri di Giovanni Carraro “Riscoprire le Prealpi Trevigiane” e “I sentieri nascosti delle Prealpi Trevigiane”, Ediciclo Editore. – È vietata la riproduzione totale o parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia)

Giovanni Carraro è nato a Pieve di Cadore il 4 marzo 1966.

La sua innata passione per la montagna lo ha spinto fin da ragazzo ad esplorare gran parte delle vette Dolomitiche e, negli ultimi anni, anche dell’area prealpina.

Ha deciso di portare a conoscenza del pubblico le sue esperienze in tanti anni di escursioni, scrivendo il suo primo libro “Riscoprire le Prealpi trevigiane” nel 2011 a cui sono seguiti “I sentieri nascosti delle Prealpi trevigiane” nel 2013, “Visentin selvaggio” nel 2015 e “Vittorio Veneto – guida illustrata” nel 2016. Collabora con emittenti televisive locali, riviste di settore e quotidiani per la realizzazione di documentari e inserti redazionali legati alla montagna.

Attualmente vive a Susegana (TV) dove svolge un’attività commerciale. È giornalista pubblicista (Ordine dei Giornalisti del Veneto n. 162555 del 4.07.16), pilota di droni (ENAC n. I.APRA.000656), socio CAI dal 1989, sommelier AIS dal 2010, Accompagnatore Escursionistico Nazionale F.I.E. dal 2015, Ambasciatore European Wine City 2016 e socio sostenitore Fondazione Dolomiti Unesco.

Giovanni Carraro | http://www.giovannicarraro.it

Scrittore, Pilota SAPR, Accompagnatore Escursionistico Nazionale

Introduzione

I percorsi del territorio di Combai sono ricchi di storia, non solo legati alla Grande Guerra come si vedrà per la Strada de la Fan, ma anche per gli eventi connessi alla tradizione popolare, come la Festa dei Marroni e il simposio di scultura a essa congiunta. La Val del Carmine a Miane offre un ambiente ancora più aspro, con i suoi grandi boschi di faggi e le sue profonde forre legate alla spiritualità del Santuario della Madonna del Carmine. Terra povera, dove gli abitanti hanno saputo contare su ciò che la montagna e la collina potevano offrire. A quote più elevate ritroviamo gli alpeggi attorno al Monte Salvedella e al Rifugio Posa Puner, mentre la parte più meridionale ci porterà ad ammirare meravigliosi panorami sulle alture che si susseguono tra i vigneti.

Combai, Posa Puner, Val Del Carmine

Il video di Giovanni Carraro attraverso le nostre terre

Da vedere a Combai

Nei pressi dell’abitato

 

  • la Chiesa Parrocchiale, già esistente nel 1385, più volte ricostruita su sopraelevazioni diverse, prese l’attuale forma nel 1737. Notevoli : il trittico, accanto alla cattedra, affresco attribuito a Il Forca, di Vergoman (primi del Quattrocento), con san Sebastiano colpito dalle frecce, la Madonna e San Rocco, il cui culto andava diffondendosi. Ancora: La Santissima Trinità, del Frigimelica (altare omonimo). Due dipinti del Raccanelli : il martirio di Santo Stefano, patrono del paese e il battesimo di Gesù. Infine, la pala dietro l’altare raffigurante San Michele che trafigge Lucifero, di autore ignoto, pur di pregevole fattura (stimata metà Settecento).
  • La chiesetta dedicata alla Madonna Addolorata di Ronch, sull’omonimo colle, accanto al cimitero, venerata come co-patrona, la Terza domenica di Settembre e le 7 croci sparse a guisa di stella attorno al paese e restaurate dalla Comunità Emigranti tra il 2000 e il 2014. Contiene interessanti dipinti del Raccanelli e la statua della Madonna dai sette dolori realizzata ad Ortisei ai primi del secolo scorso.
  • La chiesetta di San Micèl – San Michele – nelle Serre situata sul punto di confine tra le Ville di Campea, Combai e Vergoman, è citata come eremo “punitivo”, soggiacente all’Abbazia di Follina, già nel Duecento. I frati cominciarono colà ad insegnare agli abitanti del posto la coltivazione della vite e, di fatto, si trova nel cuore di rive e filari, in una delle zone maggiormente vocate, piena di casolari sparsi che rendono l’ambiente suggestivo e singolare. Caratteristica di queste zone è la parcellizzazione dei poderi, ciascuno organizzato con una piccona costruzione rurale (cason, casonèt, casèra, staul). Tanto caratteristico che uno dei cognomi di Miane, Cason, si rifà a questo locativo. Interessantissimo l’altare ligneo di frassino in vernice d’oro e le due tele, piuttosto degradate, di Sant’Eurosia e di Santa Agata.
  • La strada de la fan (itinerario), il sentiero delle vedette come percorsi inerenti la Prima Guerra Mondiale.
  • La via del bosco incantato, con statue realizzate durante i Simposi di scultura della Festa dei Marroni e rievocanti leggende e miti locali.
  • Il centro sperimentale del castagno, in località Callesella, con un percorso didattico dedicato ai bambini. Borgo Colmellere, Cimavilla, Pedepiai caratterizzati dai cortili “ a corte chiusa “ e della case con i pioi, piccole terrazze utilizzate come essicatoi e le ritonde, luogo di ritrovo accanto al larin aperto su tutti i lati.
  • Le spinonce, luogo di un eccidio perpetrato dai partigiani nel maggio 1945. Tra il 3 e il 5 maggio 1945 alcuni partigiani della “Mazzini” sottoposero una cinquantina di prigionieri, civili e militari legati alla X Mas, ad un interrogatorio presso la caserma della Guardia di Finanza di Valdobbiadene, allora comando della brigata. I prigionieri furono quindi divisi in tre gruppi condotti rispettivamente a Saccol di Valdobbiadene, Madean di Combai e Segusino, dove vennero uccisi assieme a civili, per lo più funzionari legati al regime fascista.

Nel raggio di 10 km

Nel raggio di 20 km

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